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Obras Derivadas by Microcosmos

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Hola, como estas amigos? Todo bien? Oggi mi trovo di fronte ad un lavoro particolare… e non a caso ho aperto con un saluto ispanico… ci troviamo di fronte ad una band che propone un rock latino, ma non quello cantato da Ivano Fossati e la sua Banda che suona il Rock… i ragazzi ci propongono liriche nell’ispanico idioma e la cosa mi fa molto piacere visto che la norma per la maggior parte delle band italiane (i ragazzi sono di Padova) e’ quello di cantare o in Inglese o Italiano.

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La prima cosa che mi ha colpito e’ il suono della band, molto ruvido che richiama alla primordialità delle reazioni umane, e che cosa e’ il Rock nelle sfaccettature di tutte le sue innumerevoli forme, se non puro istinto? Infatti il mio metro di giudizio durante l’ascolto e’ principalmente basato sul movimento involontario della testa che la musica mi induce e qui la testa si muove sulle ritmiche che i nostri Microcosmos ci offrono.

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Il loro Obras Derivadas (2014) si apre con “Cronica de Mascaras” il pezzo parte con un crescendo di strumenti… charleston e chitarra… ecco arrivano il basso e la cassa… poi si riempie tutto di suono e la chitarra comincia a cantare… una voce ci introduce al viaggio e si parte un mid-tempo rock che ci guida lungo il tragitto tracciato dai Microcosmos; devo dire che mi e’ particolarmente piaciuto il lavoro al basso di alto livello.

E passiamo alla successiva “Que bien nos sentaba la Lluvia cuando solo era acida”… i ritmi si alzano… l’intro mi riporta con la mente a riff di ottantiana memoria, molto NWOBHM… avevo capito che i ragazzi giocano con il ritmo e le cadenze e qui si confermano… di gran gusto l’assolo di chitarra che calza a pennello col pezzo.

Con “Teatro de la no Gravedad” si apre con un altro Riff stile HM anni ’80… un pezzo che ha un bel tiro e devo dire che e’ praticamente impossibile fermare l’headbanging quando parte il Bridge prima del ritornello… up del pezzo la seconda strofa… il fraseggio degli strumenti e’ veramente bello… batteria e voce con plettrate di chitarra qua e la’… poi basso e batteria e schitarrate sparse… a me piace.

Con “La ultima Cancion del Todo” ritorna il mid-tempo cadenzato che fa scorrere il cantato come un’onda sonora continua… infatti la cosa che mi e’ piaciuta di piu’ di questo brano e la fluidità con cui scorre il pezzo con assolo di chitarra finale… gusto musicale da anime rock al 100% come del resto si capisce anche dalla successiva “Doña Sangre

Le atmosfere cambiano con le note di “Tiempo de Planck”… il riff di chitarra ci fa capire che siamo nel profondo dell’animo di chi ha scritto questo brano… si avverte un’itimita’ maggiore e sicuramente avrà un significato particolare per l’autore… io almeno ho sentito questo… ma questo e’ il bello della musica… ti fa sentire quello di cui hai bisogno… per me può essere bianco e per te nero… l’importante e’ che ti fa vibrare. “Teatro anacronico” si muove sulle stesse sensazioni del brano precedente e ci porta fino ad “Haiku” che nella sua circolarità mi da sensazioni di sabbathiana memoria (quelli del periodo R.J.Dio)

La traccia n 9 “ Fractales Binarios” e’ l’ultima che ci porta su ritmiche sostenute; come e’ nello stile dei nostri Microcosmos il brano e’ immediato e si fa apprezzare per il suo essere diretto, come del resto lo e’ tutto il disco.

I ragazzi ci salutano con “Mais culpable que o demo”… un brano principalmente strumentale (a parte un breve cantato fatto di urlacci che non stanno affatto male) che ci porta ad atmosfere ispaniche che ci confermano il quello che e’ il filo conduttore di questo gruppo.
Devo dire che questo lavoro ci fa vedere una band che fa musica sicuramente sentita… senza troppi fronzoli, diretta come un Toro verso il Matador… Tra poco i ragazzi usciranno con un nuovo lavoro… Li aspetto al varco, con la speranza che l’istinto puro che trasuda da questo lavoro, venga confermato… io sto già facendo gli esercizi per rinforzare il collo e non fare la fine del pirla che potrebbe rimanere offeso con il collo bloccato come potrebbe capitare al Sig. Rezzonico… ma alla fine tutto e’ bene ciò che finisce bene!


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… “Qué bien nos sentaba la lluvia cuando solo era acida

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LineUp

Berardino Pennetta (bajo) Paolo Bandini (guitarra) Andrea Cesare Gusella (voz, guitarra) Federico Marchetti (bateria)

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Mr. Sandman

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