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Non capita spesso di ascoltare e recensire album strumentali, ma a volte proviamo a superare i nostri limiti anche per non ripeterci o bloccarci negli stessi generi musicali. Come ben sapete… ci piace alternare sostando proprio li, nel’etere, in agguato come falchi pronti a captare le varie oscillazioni della sinusoide e catturare ciò che più di interessante essa ci porta…

Con noi oggi… Luca Fucci che ci parla del suo primo lavoro da solista Hidden Scars, attraverso una piccola introduzione personale. Noi ci risentiamo subito dopo l’ascolto dell’album, ma prima un breve teaser…

 
“Hidden Scars” (uscito per QuaRock Records): il mio disco strumentale di esordio solista (da più di dieci anni porto avanti anche il progetto Interferenze). È un viaggio attraverso decadenti paesaggi dipinti tramite l’elettronica e il pianoforte. Etichettare un lavoro come “Hidden Scars” non è impresa facile. Non è un disco strumentale di musica elettronica ne la sua tradizionale, apparentemente fredda accezione. È piuttosto un crossover elettronico di emozioni, in cui sintetizzatori, drum machines e pianoforte sono elementi imprescindibili gli uni dagli altri, attraverso i quali Luca Fucci plasma un decadente microcosmo a tinte scure in cui immergersi e perdersi senza pregiudizi. Una riflessione notturna offerta in maniera sincera e disarmante, all’interno della quale bassi elettronici profondi e pulsanti, droni inquieti, drum machines distorte, rumori disturba(n)ti, pianoforti melodici, cupi e gravi si alternano, incontrano e fondono per portare alla luce “cicatrici nascoste”. La attenta ricerca del suoni attraverso sintetizzatori e macchine non è esercizio fine a se stesso, ma un mezzo per dare voce a sensazioni ed emozioni, senza bisogno alcuno di parole.

© Photo Credit by Light Motion

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Fading Out, Scavando nell’ombra alla ricerca di una luce. – Undertow, Un viaggio nel viaggio: risalendo contro corrente attraverso inquietudine, riflessione, liberazione. – Beyond Last Night, Il superamento dei propri confini. Riprovare a danzare, oltre la delusione, oltre il dolore, oltre la felicità, oltretutto. – The Flight, Indossi le ali e provi a sognare.Ma più arrivi a volare in alto e più fa male cadere dopo la picchiata. – RightBesideYou, Oscura e silenziosa come solo la notte può essere, l’attesa è lì accanto a te,opprimente come anche il pulsare di un cuore può diventare nel freddo della solitudine. – Stay Here, Una preghiera, una speranza,un’illusione. – SomeoneI Never Knew, Perdere una parte di te ancora prima di averla potuta conoscere. – Love Is More About… Andare o tentare di aggrapparsi disperatamente e ciecamente con le unghie al muro scrostato? – A Rare Seed Un delicato e raro seme può scatenare la tempesta che ti cambia per sempre. – Inside Sono già fuori ma non lo so. – Still Here, Riprovarci, mettendosi a nudo davanti alla cosa più bella. – The Coldest Day, Accorgersi che il giorno più freddo della vita può cadere nel giorno più caldo dell’anno. Non può esserci via di uscita se non nell’accettazione della fine. – Post Scriptum, Soffocante rassegnazione a non sentire, a non essere. Fino a che inconsciamente non ci si ritrova in solitudine al punto di partenza.
... review

eccoci…

devo dire che son rimasto affascinato da questo album. Si respirano molte sensazioni tra cui: rilassatezza, ansia, post futurismo ma anche adrenalina; l’album è carico di elettricità statica, che grazie ai bpm ben assestati  livella le frequenze cardiache ovattandole e non aggredendole come accade spesso a prodotti del genere con più marcature da techno/industrial music. Ascoltare Hidden Scars è un po’ come leggere un nuovo libro, ti cattura la copertina ma non sai esattamente dove ti portano le parole; quando leggi una storia, davanti a te si materializzano scenari illusori che solo la tua fantasia, e il buon operato dello scrittore, ti permettono di far si che la storia prenda vita e si animi ad ogni capitolo.

Immergendosi in Hidden Scars ci si proietta costantemente in varie “realtà” , tra cui la sensazione di muoversi al rallenty in qualcosa che assomiglia ad un locale con una forte predominanza di ombre, dove un unico raggio di faretto illumina una parte che sembra essere il centro di tutto (come da copertina e da descrizione di Fading Out). La musica accompagna i movimenti, fino al punto designato. Di scatto tutto prende forma e vita e dall’esser soli ci si ritrova in una bolgia di corpi che ballano all’unisono, Niente affanni per la calca, l’aria è crogiolante (passatemi il termine) e carica di sensualità, nessuna rabbia per l’inaspettata luce e le apparizioni improvvise, ma coordinamento… integrazione… benessere… eros…

Le tracce che conducono a questa specie di “trip ad occhi aperti” sono Undertown, A Rare Seed, The Coldest Day [31st, july] e le sensuali Beyond Last Night e  The Flight

Luca Fucci, in questo caso, lo possiamo paragonare, oltre  ad un ottimo compositore, ad un narratore che ci conduce in un viaggio alla scoperta delle nostre emozioni, quelle sopite, quelle deluse che non vogliono rivedere la luce, quelle che aspettano una mano che gli venga tesa e che le aiuti a ributtarsi nella mischia… e a vivere…

ben fatto!

 

“Hidden Scars”
by
Luca Fucci

Genre:
Electronic, Synth

Base:
Firenze, Italy

 

 

 

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Siamo al termine e ci salutiamo riascoltando la bella “Undertow”

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Qua Rock Records

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